venerdì 12 luglio 2019

L'INCERTO FUTURO di WIKILEAKS

Nils Melzer è un accademico titolare della cattedra di Diritto Internazionale all'Università di Glasgow e di quella dei Diritti Umani all'Accademia di Ginevra. Per dodici anni ha ricoperto incarichi di rilievo  nel Comitato Internazionale della Croce Rossa e, dal 2016, svolge la funzione di Relatore Speciale dell'ONU sulla tortura e altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Nell'espletamento di tale funzione, il 9 maggio ha visitato Julian Assange  nel carcere di Belmarsh accompagnato da due medici specializzati in traumi dovuti a violenze fisiche o psicologiche. La relazione di Melzer è un pubblico atto di accusa ai governi Usa, Uk, Svezia ed Ecuador per aver inflitto al giornalista le medesime sofferenze emotive e debilitanti provocate da maltrattamenti e torture. In particolare: "Dal 2010, quando Wikileaks ha iniziato a pubblicare testimonianze di crimini di guerra e torture commesse dalle forze statunitensi, abbiamo visto uno sforzo sostenuto e concertato da parte di diversi Stati per consegnare il Signor Assange estradato agli Stati Uniti, sollevando serie preoccupazioni per la criminalizzazione del giornalismo investigativo in violazione sia della Costituzione degli Stati Uniti che della legge internazionale sui diritti umani ...Da allora, c'è stata una campagna implacabile e sfrenata di mobbing pubblico, intimidazione e diffamazione nei confronti di Julian Assange, non solo negli Stati Uniti, ma anche nel Regno Unito, in Svezia e, più recentemente, in Ecuador...Le prove sono schiaccianti e chiare, il Sig. Assange è stato deliberatamente esposto, per un periodo di diversi anni, a forme progressivamente gravi di trattamenti o pene crudeli, inumane e degradanti... Condanno, nei termini più forti, la natura deliberata, concertata e prolungata dell'abuso inflitto al detenuto...In 20 anni di lavoro con vittime di guerra, violenza e persecuzioni politiche non ho mai visto un gruppo di Stati Democratici che si uniscono per isolare, demonizzare e abusare deliberatamente di un singolo individuo per così tanto tempo e con così poco riguardo per la dignità umana e lo stato di diritto.... La persecuzione collettiva di Julian Assange deve finire qui e ora !".

















Quattro Stati cosiddetti 'democratici' hanno concertato la persecuzione giudiziaria del fondatore di WikiLeaks. Per quali 'reati' ? 1°Aver pubblicato prove dei crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti durante i conflitti in Afghanistan e in Iraq 2° Aver diffuso i programmi per spiare non solo gli avversari politici, ma anche i Paesi alleati 3° Aver rivelato il trattamento disumano riservato ai prigionieri di Guantanamo. In sostanza, la colpa di Assange è quella di aver dimostrato che il potere politico usa sistematicamente metodologie criminali per conseguire i propri obiettivi di espansione e controllo sulle masse ignare. Il potere politico può essere sconfitto pubblicando prove dei crimini commessi ? Non sempre. Alcuni Governi sono così temuti che, anche quando falliscono nel manipolare la pubblica opinione tramite i media compiacenti, chi conosce la verità ne accetta la falsificazione per evitare rappresaglie. Sempre discutendo dei suddetti Governi, essi ignorano con tracotanza le risoluzioni dell'Onu qualora siano lesive dei loro interessi su scala mondiale e arrivano persino a non rispettare i contratti bilaterali siglati in precedenza. Come procedere per opporsi a tali prevaricazioni ? " Uno dei modi migliori per ottenere giustizia è quello di rendere manifesta l'ingiustizia" sosteneva Assange, ed è questo il motivo della nascita di WikiLeaks: pubblicare prove documentarie dei crimini e dei soprusi commessi da Governi e Istituzioni affinché la gente sappia per chi ha votato o a chi ha dato sostegno. Julian, che si considera un anarchico, ha sempre creduto che una vera democrazia responsabile può realizzarsi soltanto se fondata sulla trasparenza assoluta. Nel suo famoso saggio "Conspiracy as Governance" egli ha sostenuto che la fuga di notizie vere, rese manifeste al grande pubblico, è l'arma che produce più terrore all'interno delle organizzazioni politiche e sociali più ingiuste e segrete. Un'arma che deve essere neutralizzata ad ogni costo, affinchè la 'cospirazione' possa sopravvivere, vale a dire occorre distruggere WikiLeaks a partire dal suo fondatore. Traduzione del tweet di Melzer riprodotto qui sopra: "Il perseguimento giudiziario diventa persecuzione giudiziaria quando i Governi perseguono i whistle-blowers (per non parlare dei giornalisti) per aver rivelato dei crimini omettendo di perseguire quegli stessi crimini che essi hanno rivelato. Per lo meno, dovremmo essere tutti uguali di fronte alla Legge".





Va chiarito che Assange è stato sottoposto ad un doppio arresto: il primo, nell'ambasciata ecuadoregna per non aver rispettato i termini della cauzione nel 2012, quando non voleva essere estradato in Svezia, e il secondo per conto dell'amministrazione Usa che lo ha sempre accusato di essere una spia ed un hacker. Per il primo reato, il tribunale britannico gli ha comminato  una pena detentiva di 50 settimane che sta scontando nel carcere londinese di Belmarsh; per quanto riguarda l'estradizione, si è già svolta un'udienza preliminare il 14 giugno. In questa udienza, a cui Assange ha partecipato dal carcere in collegamento video, il Procuratore americano Ben Brandon ha esposto 18 accuse contro il fondatore di Wikileaks ai sensi dello Spionage Act del 1917; ha continuato a ripetere che il materiale sulla guerra in Iraq e in Afghanistan pubblicato sul sito, ha danneggiato il lavoro dei servizi segreti e la capacità delle forze armate di svolgere i propri compiti minacciando gli interessi statunitensi all'estero. Brandon ha poi accusato Assange  di aver tentato di violare una password della 'Us Defense Data Network' insieme a Manning Bradley (oggi Chelsea) analista dell'intelligence in servizio nell'esercito americano. Praticamente, il piano Usa per far estradare Assange è quello di incriminarlo come hacker piuttosto che considerarlo un editore e un giornalista. Ma lo stesso Manning, sottoposto a processo, lo ha ripetutamente scagionato nonostante le pressioni che, ancora oggi, è costretto a subire dall'autorità giudiziaria. Tutte le imputazioni esposte da Ben Brandon sono soltanto 'presunte', non esiste uno straccio di prova e Manning ha dichiarato che ha agito da solo inviando i 75 mila files a WikiLeaks affinchè la redazione li portasse a conoscenza del grande pubblico. L'avvocato di Assange, Mark Summers, ha fatto presente che il suo cliente è stato convocato senza aver avuto la possibilità di leggere i capi di imputazione a suo carico e gli è stato negato l'uso del Pc, sia pur per qualche ora, ai fini di preparare la sua difesa. Assange ha negato con risolutezza di aver hackerato alcunchè ribadendo che WikiLeaks è una società editrice con l'obiettivo di pubblicare il materiale inviato da qualsiasi utente a cui viene garantito l'anonimato. Al termine del dibattito, la Giudice Emma Arbuthnot ha stabilito che, l'udienza definitiva per emettere la sentenza sull'estradizione di Assange, è fissata per il 25 febbraio del 2020 e durerà cinque giorni. Jennifer Robinson, uno degli avvocati dello staff di Wikileaks, qui sopra raffigurata insieme a John Pilger all'uscita del Tribunale, ha dichiarato: " Questo caso giudiziario è un oltraggioso attacco alle tutele di cui godono i giornalisti. Questa incriminazione avrà un effetto raggelante sui giornalisti e gli editori di tutto il mondo a causa degli Usa che cercano di perseguire al di fuori del loro territorio un editore, che non è neanche un cittadino americano, per aver rivelato crimini di guerra, corruzione e violazione dei diritti umani ". John Pilger, australiano, giornalista e regista di documentari, è scettico sul fatto che Assange possa ottenere giustizia in questo primo grado di giudizio considerando l'atteggiamento ostile della Giudice Arbuthnot : "... se, alla fine dell'udienza del 25 febbraio 2020 decidessero di estradare Assange, i suoi avvocati si appelleranno all'Alta Corte e penso che sia proprio là dove potrebbe ottenere giustizia...". Se dovesse ancora andar male, l'ultima possibilità sarebbe il ricorso alla Corte Suprema.



Qui sopra vediamo Assange all'interno del carcere di Belmarsh e John Shipton che ne è appena uscito dopo avergli fatto visita l'11 giugno. Shipton è il padre biologico di Julian ma si sono incontrati e conosciuti soltanto quando lui era già un giovane adulto. Nel piazzale antistante il carcere, ha accettato di rispondere a qualche domanda dei giornalisti sull'incontro avuto con il figlio. Visibilmente emozionato, ha riferito che Julian gli ha chiesto se era disposto a trasferirsi da Melbourne a Londra per vedersi con più frequenza: ha risposto che lo avrebbe fatto volentieri e si sarebbe trasferito in agosto. Era felice e commosso perché il figlio gli aveva fatto capire che aveva bisogno di lui, poi, si sono salutati con un forte abbraccio; quando il destino decide di metterci alla prova, soltanto i sentimenti, i buoni sentimenti, possono darci la forza per andare avanti. Shipton così racconta: "It is not a jug you want to end... you actually want to carry him out with you..." (Non era un abbraccio che volevi finisse... in realtà volevi portarlo fuori, via con te...). Link dell'intervista . Shipton, che al momento è ritornato in Australia, sta dedicando tutte le sue energie ad aiutare questo figlio, dapprima perduto, e poi miracolosamente ritrovato. Il 3 luglio, giorno del compleanno di Assange, ha organizzato un raduno-veglia con amici, sostenitori vari ed esponenti del SEP (piccolo partito socialista) che si è tenuto a Melbourne, a Sidney, in Nuova Zelanda e in Sri Lanka. Non si tratta soltanto di difendere Assange evitandogli l'estradizione negli Stati Uniti, ma soprattutto di preservare il diritto alla diffusione di documenti e notizie di pubblico interesse. Il materiale pubblicato da WikiLeaks è stato un duro colpo inferto al potere politico perché lo ha privato della maschera 'democratica' ma, quando il bambino grida "il re è nudo", i cortigiani preferiscono continuare nella mistificazione della realtà e chiudergli la bocca. Nel giorno del suo arresto all'ambasciata ecuadoregna, Oliver Stone scrisse: "Assange è un editore di fatti veri. Malgrado sia stato trattato in modo disumano, egli ha reso un grande servizio all'umanità. Questo caso è cruciale per la sopravvivenza del nostro diritto di conoscere ed essenziale per la nostra libertà contro l'oppressione di Usa e UK-- e adesso tirannia !". "oppressione", "tirannia"... Oliver Stone non sta esagerando un po' troppo ? Niente affatto, e vediamo perchè.




Il 5 febbraio 2016, un gruppo di lavoro dell'ONU ha trasmesso ai Governi di Gran Bretagna e Svezia una relazione di biasimo sugli abusi patiti da Assange: qui il documento integrale. Secondo le norme internazionali, risultava illegittima la privazione della libertà a cui era sottoposto e quindi, i suddetti Governi, venivano esortati a ripristinarla e a versare un adeguato risarcimento. Con l'archiviazione dell'inchiesta svedese (ora riaperta dopo l'arresto di Assange all'ambasciata ecuadoregna), la decisione dell'ONU incombe ancora su Londra che ha provato ad appellarla per ribaltare il verdetto, ma inutilmente. Infatti, è stato riconfermato che il fondatore di WikiLeaks è detenuto illegalmente ai sensi del diritto internazionale. Perso l'appello, Londra ha deciso semplicemente di ignorare il richiamo dell'ONU. Se non è tirannia questa, poco ci manca... Nils Melzer, instancabile nella sua battaglia per ristabilire la verità su Julian Assange, esprime con lucidità il suo pessimismo per gli sviluppi futuri: "Gli Stati Uniti e gli altri Stati coinvolti, vogliono fare di Mr Assange un esempio agli occhi del mondo, non tanto per punirlo di eventuali danni da lui causati, quanto come deterrenza per chi volesse imitare le gesta di WikiLeaks in futuro. In questa situazione, Assange non ha assolutamente alcuna possibilità di ottenere un equo procedimento giudiziario". Ma lo scenario futuro potrebbe essere ancora peggiore di quello ipotizzato da Melzer: se Assange sarà estradato in Usa non sarà processato soltanto come hacker e spia ma anche come terrorista e agente nemico (per conto della Russia?). Infatti, nell'Usa Act, poi confluito nell'Usa Patriot Act, il terrorismo è definito come un insieme di "atti che appaiono tesi ad influenzare la politica di un Governo con l'intimidazione e la coercizione". Le misure contro il terrorismo cibernetico e il crimine informatico prevedono limitazioni dei diritti civili dell'imputato, fra i quali, la presunzione di innocenza, il diritto alla difesa e tempi certi per la conclusione del processo. I quattro Stati coinvolti nella persecuzione di Assange si stanno già comportando nei suoi riguardi come se fosse un terrorista. I 18 capi di accusa, presentati il 14 giugno al tribunale britannico per estradare Julian, possono essere raggruppati in tre categorie di reati: a) Conspiracy To Commit Computer Intrusion b) Obtaining National Defense Information c) Disclosure of National Defense Information.











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