giovedì 25 luglio 2019

Il CORAGGIO di CHELSEA

NOTE BIOGRAFICHE - Chelsea Manning nasce a Crescent in Oklahoma il 17/12/1987 e viene registrata con il nome maschile di Bradley. Sarà conosciuta con questo nome fino al 2014, quando sarà avviato il suo cambiamento di genere tramite interventi chirurgici ed ormonali. Bryan, il padre di Bradley, è un militare della marina americana che, in missione nel Galles in Gran Bretagna, conoscerà Susan Fox e la sposerà. Nel 1976, i coniugi Manning hanno la prima figlia che chiameranno Casey e, dopo alcuni anni, si trasferiranno in America, in Oklahoma, dove appunto nascerà Bradley. Casey Manning, in seguito, dichiarerà nell'ambito del processo a carico del fratello, che i genitori erano entrambi alcolizzati e trascuravano i figli. Era lei a prendersi cura del fratello più piccolo, a preparargli i pasti e ad accompagnarlo a scuola. Quando i genitori divorziarono, la madre Susan prese il figlio più piccolo e ritornò nel Galles. Bradley, quindi, frequentò la Scuola Superiore in Inghilterra con ottimi risultati ma non riuscì a socializzare con i compagni che lo prendevano in giro per il suo accento americano e gli atteggiamenti effeminati. Dopo il conseguimento del diploma, Bradley decide di ritornare in America e di andare ad abitare dal padre che, nel frattempo, si era risposato. Le sue competenze informatiche gli consentono di trovare subito un lavoro come programmatore ma la vita relazionale diventa sempre più problematica. Parlando con il padre, gli confessa di essere attratto più dagli uomini che dalle donne ed incomincia a frequentare qualche boy friend per capire il suo orientamento sessuale. Ma gli amici che invita non sono graditi alla seconda moglie di Bryan Manning per cui, in seguito ad un violento alterco, viene cacciato via da casa. Troverà lavoro altrove, ma il padre non interromperà i rapporti con il figlio: in uno dei loro incontri, gli propone di arruolarsi nell'esercito dove avrebbe potuto conseguire una laurea frequentando gratuitamente l'università. Bradley accetterà di buon grado sperando di risolvere la sua disforìa di genere identificandosi con l'universo maschile dei militari.




















Qui sopra vediamo la famiglia Manning in una foto risalente a metà degli anni '90: a sinistra Susan Fox con il piccolo Bradley, al centro la figlia maggiore Casey e, infine, il capofamiglia Bryan Manning. WHISTLEBLOWER BRADLEY - Riprendendo il filo del discorso sull'arruolamento nell'esercito, Bradley, ad ottobre del 2007, inizia l'addestramento di base a Fort Leonard Wood, nel Missouri. Dopo sei settimane, non reggendo fisicamente e mentalmente alla dura disciplina e agli atti di bullismo a cui era sottoposto, viene inviato all'unità dei potenziali dimissionari (DU). Un commilitone, intervistato per The Guardian, riferirà quanto segue: " Il ragazzo era alto poco più di un metro e mezzo e per gli standard militari in vigore era un vero idiota, gli rinfacciavano di essere un finocchio, non piaceva a nessuno... ma se sei gay, un gay nascosto, non devi andare in un campo militare e mentire all'esercito pur di entrare e poi era un bambino incasinato che urlava terrorizzato e si rannicchiava in posizione fetale... l'allenamento di base è 'ti distruggiamo e ti ricostruiamo come soldato' e Manning, dopo la distruzione, non stava ritornando su...". Tuttavia risulta che, dopo aver toccato il fondo, Bradley abbia trovato la forza di reagire dal momento che le sue dimissioni furono revocate e gli fu consentito di ripetere con successo l'addestramento di base nel gennaio 2008. Dopo aver completato il corso MOS (Military Occupational Specialty) per ottenere la qualifica di analista dell'Intelligence e un ulteriore stage di preparazione per le missioni in Iraq, sarà assegnato alla Base Operativa Hammer vicino a Baghdad. Ed è qui che, mentre lavora, trova in archivio il video che sarà poi divulgato da WikiLeaks con il titolo di Collateral murder: rimane impietrito da ciò che vede, cioè l'assassinio intenzionale di civili e giornalisti innocenti da parte delle forze militari del suo Paese. La scoperta di Bradley avviene tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010: da allora, e fino a maggio, inizierà a cercare, trovare e scaricare files che documentano crimini contro l'umanità, violazioni del diritto internazionale ed altri abusi del potere statale.



Il 5 gennaio 2010, Manning scaricò migliaia di documenti che furono poi denominati 'Iraq War Logs'; tre giorni dopo continuò il download di altro materiale che sarà divulgato come 'Afghan War Logs' e trasferì il tutto su un CD-RW con la copertina di Lady Gaga. Ha poi copiato tutti i files dal suo laptop su un scheda SD che ha inserito nella sua fotocamera per portarla con sè negli Stati Uniti durante due settimane di permesso. Arrivò in America il 24 gennaio e pensò di consegnare i documenti trafugati al Washington Post, ma il redattore non sembrò interessato all'acquisizione; provò anche a contattare il New York Times dal quale non ebbe nessun riscontro. Allora, il 3 febbraio inviò i registri delle guerre in Iraq e in Afghanistan a Wikileaks tramite Tor (sw per le comunicazioni anonime). Dopo il suo ritorno alla base in Iraq, provvederà a spedire altri files e a fronteggiare i suoi problemi di disforìa di genere inviando una e.mail al suo supervisore di brigata Sergeant Paul Adkins. Nella mail, che ha come oggetto "My problem" e, in allegato, una sua foto con parrucca e abiti femminili, scrive: "Questo è il mio problema. Ne ho avuto i sintomi da molto tempo ed ha causato guai anche alla mia famiglia. Pensavo che una carriera nell'esercito potesse servire a sbarazzarmene ma non è così, con il passare degli anni mi tormenta sempre di più...". Adkins parlò di questo fatto con i terapisti del soldato Manning ma, nell'immediato, non furono presi provvedimenti. Fra i files depositati da Bradley in questo periodo nel dropbox di WikiLeaks, ce n'è uno, dell'Esercito, classificato secret noforn che considera questo sito una minaccia alla sicurezza nazionale. Il report, che si compone di 32 pagine, è stato redatto a febbraio del 2008 e si intitola - Wikileaks.org—An Online Reference to Foreign Intelligence Services, Insurgents, or Terrorist Groups? - E' stato poi divulgato a marzo del 2010 dalla redazione di WL, con questa etichetta: "U.S. Intelligence planned to destroy WikiLeaks". Dopo soltanto un anno e mezzo dalla sua fondazione (2006) il sito era già stato attenzionato.



L'ARRESTO, IL PROCESSO, LA CONDANNA - A maggio del 2010 sta per compiersi il destino di Bradley Manning, cioè l'incontro virtuale con l'hacker Adrian Lamo, vale a dire il giuda iscariota che lo consegnerà al Federal Bureau of Investigation. A questo personaggio ambiguo sarà dedicato un paragrafo più avanti, per il momento occorre ricordare che Bradley lo considerava al massimo un hacker grey hat con il quale potersi confidare senza un alto rischio d delazione. Il soldato Manning era in piena crisi di identità personale. La relazione affettiva con lo studente musicista Tyler Atkins, che durava da circa un anno, si era esaurita contemporaneamente alla sua partenza per l'Iraq. Questo gli aveva fatto capire che lui non era un ragazzo omosessuale, come aveva sempre creduto, ma che era una ragazza imprigionata nel corpo sbagliato. Aveva già informato i suoi superiori del fatto che aveva cominciato a sentirsi una donna; negli anni che seguirono, pur essendo in detenzione, avrà l'assistenza sanitaria necessaria per effettuare la transizione di genere. Manning non conosceva personalmente Lamo ma in internet c'erano notizie sul suo passato di hacker, delle violazioni della rete del New York Times per le quali era stato condannato, delle sue attività di moderatore di siti web e di collaborazioni giornalistiche. Quando Bradley gli spedisce una mail lui lo invita a chattare su AOL IM (instant messenger) e lo incalza per ottenere dettagli ed identificazione; riesce a guadagnarsi la sua fiducia scrivendo: "Sono un giornalista e un reverendo (della Universal Life Church), puoi scegliere uno dei due e considerare il dialogo come un'intervista o una confessione che non saranno mai rese pubbliche e usufruire di un minimo di protezione legale..."- Lamo lo rassicura nuovamente sulla segretezza del dialogo e Bradley replica: "Ma non sono una fonte per te... sto parlando come qualcuno che ha bisogno di un dannato sostegno morale ed emotivo...". E lui, di rimando: "Te l'ho già detto, niente di tutto questo è per la stampa". La chat dura qualche giorno ma già durante il suo svolgimento, Adrian Lamo denuncia i fatti all'FBI: il 26 maggio 2010 Bradley Manning viene arrestato in Iraq e poi tradotto alla Corte marziale: il 30 luglio del 2013 la sentenza lo condanna a 35 anni di detenzione.



MANNING TRADITORE e LAMO PATRIOTA - Durante il processo, Manning si dichiarò colpevole di 10 dei 22 capi di accusa che la Corte marziale gli aveva addebitato. Tuttavia venne condannato per 17 di essi ed assolto per i rimanenti reati, cioè quelli che riguardavano la collaborazione con il nemico. Leggendo il Full Statement, cioè la dichiarazione integrale preparata da Bradley sui fatti a lui imputati, possiamo scoprire la motivazione profonda  che lo ha indotto a diventare non un 'traditore della patria' bensì un whistleblower, vale a dire un 'segnalatore' di illeciti ed abusi. Malgrado le autorità dell'esercito abbiano cercato di fomentare l'immagine di un Manning gay, isterico e mentalmente disturbato, la perizia psichiatrica dell'accusa non è riuscita a trovare niente di più che una disforia di genere e una lieve forma di narcisismo. Da non dimenticare che soltanto i candidati con il più alto IQ potevano essere ammessi al corso di analista dell'intelligence e Bradley, al termine, ha conseguito questa specializzazione con un punteggio elevato. Parlando al Giudice del video, poi diffuso da WikiLeaks sotto il nome di Collateral murder, Manning così descrive il comportamento di una squadra di attacco aereo (Apache): "L'aspetto più allarmante del video tuttavia era la sete di sangue, per loro molto gradevole, che manifestavano a più riprese. Disumanizzavano gli individui che stavano massacrando chiamandoli "bastardi morti" mentre si congratulavano a vicenda per la capacità di ucciderne in gran numero. Ad un certo punto, nel video si vede un individuo gravemente ferito che cerca, strisciando, di spostarsi in una zona più sicura. Allora, uno dei membri dell'equipaggio gli urla di prendere un'arma per avere il pretesto di colpirlo. Questo può essere paragonato ad un bambino che tortura le formiche usando una lente di ingrandimento... Mentre un camion di soccorso sta per raggiungere la persona ferita,la squadra aerea chiede ripetutamente di colpire il mezzo considerandolo una minaccia e lo fa per ben sei volte anche se, al secondo attacco, scopre che è un camion di soccorso e dentro ci sono dei bambini feriti dalle armi aeree... I membri dell'equipaggio non sembrano avere simpatia per i bambini e i loro genitori:"E'colpa loro se hanno portato i bambini in battaglia...". Poi, verbalizzano il loro divertimento alla vista dei veicoli terrestri che procedono schiacciando i corpi stesi sul terreno...". Manning fece altre ricerche sulle regole di ingaggio di questa squadra aerea e accertò che erano state violate più di una volta.




Bradley non ha deciso di divulgare il materiale in suo possesso per tradire la patria, per denaro o per desiderio di protagonismo, ma per denunciare crimini contro l'umanità ed altri reati definiti tali dal Diritto Internazionale. Dando attuazione ad uno dei principi fondanti di WikiLeaks e cioè che, "per ottenere giustizia occorre rendere manifesta l'ingiustizia", egli sperava che la pubblica opinione e le autorità ponessero rimedio alle aberrazioni a cui aveva assistito. Cioè voleva "removing the fog of war and revealing the true nature of 21st century asymmetrical warfare". Nell'immagine in alto a sinistra vediamo il delatore di Manning, ADRIAN LAMO. Era nato a febbraio del 1981 vicino a Boston nel Massachusetts da padre colombiano e madre americana. Frequentò le scuole superiori senza conseguire un diploma perché aveva già cominciato a girovagare come un nomade per diverse città. Nel 1998 viene nominato rappresentante della gioventù LGBTQ dal Consiglio di Vigilanza di San Francisco e, nel 1999, segue un corso per ricevere l'ordinazione di Ministro della Chiesa della Vita Universale. Quando ebbe i primi problemi con le autorità, la Corte fu clemente imponendogli di conseguire un Ged e di frequentare l'American River College in California dove studiò giornalismo. Aveva iniziato ad hackerare alcuni siti importanti come Microsoft, Yahoo e il New York Times; si spostava frequentemente di città in città dormendo sul divano in casa di amici oppure nei parchi e negli edifici abbandonati. Faceva uso sistematico di droghe. Si connetteva alla rete usando gli Internet Point dei Cyber Cafe e i computer delle biblioteche pubbliche. Questo gli valse il soprannome di "Homeless Hacker" e gli consentì di sfuggire alla polizia per un anno e mezzo, fino a quando, stanco di imboscarsi, decise di costituirsi all'Fbi e di patteggiare: era il 2003. L'anno dopo fu condannato a sei mesi di detenzione e a due anni di libertà vigilata. I detrattori di Adrian Lamo lo descrivono come un abile manipolatore di fatti e persone, intellettualmente strategico e in grado di mentire in modo convincente per giustificare il suo operato. Quando Lamo fu chiamato a testimoniare durante il processo contro Manning, l'Avvocato difensore D. Coombs evidenziò il cinismo dell'hacker che, mentre in chat aveva promesso riservatezza sia come giornalista  che come reverendo, nelle successive ventiquattro ore aveva già consegnato copie delle conversazioni all'esercito e alla rivista Wired. Il 'patriota' Lamo replicò che, quando aveva rassicurato Bradley scrivendo "niente è per la stampa", intendeva soltanto che lui non avrebbe pubblicato nulla come giornalista a suo nome. La giustificazione risultò talmente pretestuosa da suscitare l'ironia degli uditori e perfino un velato sorriso di compatimento dell'imputato Manning.























Coombs rinfaccia a Lamo di non aver rispettato il segreto confessionale a cui era obbligato come ministro della Chiesa della Vita Universale (20 milioni di seguaci in Usa); in aggiunta, nel ruolo di giornalista, sarebbe stato protetto dalla legge se non avesse voluto denunciare la fonte delle informazioni che era, appunto, il soldato Manning. L'immagine pubblica di Adrian Lamo decadde rapidamente nel mondo degli hacker. Quando partecipò alla conferenza annuale degli "Hackers on Planet Earth" del 2010, ricevette molte critiche per aver denunciato Bradley ed alcuni lo definirono un 'boccino' dell'Fbi. Con l'Fbi, Lamo aveva avuto a che fare quando era riuscito a patteggiare  una pena abbastanza mite e, probabilmente, quella fu l'occasione per ingaggiarlo come informatore. Secondo Andy Greenberg di Forbes, Lamo era diventato un analista delle minacce alla sicurezza per Project Vigilant, impresa appaltatrice semi-segreta del Governo capeggiata da Chet Uber. Per un certo periodo a partire dal 2011, Adrian Lamo dichiarò di aver ricevuto minacce di morte per aver denunciato Manning e si rese irreperibile trasferendosi in Colombia. Dopo essere ritornato negli States fronteggiò problemi di salute a causa dell'assunzione di droghe e psicofarmaci. A marzo del 2018, cioè a nove mesi dall'uscita dal carcere dell'ex soldato Manning, Lamo viene trovato morto nel suo appartamento di Wichita in Kansas. Viveva in un complesso residenziale per veterani con basso reddito sovvenzionato dal Governo Federale presso il quale, evidentemente, aveva acquisito dei meriti. Nel rapporto di autopsia, la causa della morte è definita come "indeterminata"; nel suo organismo sono state rinvenute tracce di numerosi farmaci, ma niente alcol o droghe per uso ricreativo. La dose dei farmaci suddetti, idonei a curare ansia, depressione e fenomeni convulsivi, non era tale da provocare la morte. Nessuna traccia di tentato suicidio o tentato omicidio, quindi caso chiuso ? Mica tanto... Gli esaminatori che hanno eseguito l'autopsia del cadavere hanno trovato sotto i vestiti, incollato sulla coscia sinistra, un adesivo con questa scritta: "Adrian Lamo Progetto Vigilant Assistant Director Analisi delle minacce/Indagine 70 Bates Street Northwest, Washington DC 20001". Le autorità non hanno ritenuto il caso di effettuare ulteriori indagini.






















CHELSEA MANNING - Contemporaneamente alla sua detenzione, iniziano per Bradley Manning le battaglie legali per ottenere il cambio di nome  all'anagrafe e le terapie ormonali previste per la sua disforìa sessuale. Tale disforìa le era stata diagnosticata da ben due medici specialisti militari per i quali la terapia di sostegno alla transizione di genere era essenziale per il suo equilibrio psichico. Ma, diversamente dal carcere civile, in un carcere militare americano tale trattamento non era consentito. Di fronte alla prospettiva di dover attendere più di trent'anni per l'uscita dal carcere e poi effettuare la transizione tanto agognata, il detenuto Manning subisce un crollo emotivo e mentale che si concretizza in un tentativo di suicidio prontamente sventato dalle guardie. Nell'aprile del 2014 il Tribunale del Kansas accoglie la richiesta di Manning per modificare legalmente il nome di Bradley Edward in Chelsea Elizabeth: è la sua nuova data di nascita anagrafica. Ma, per l'inizio della terapia, dovrà impegnarsi l'anno successivo in un altro contenzioso che si concluderà con una sentenza a lei favorevole. Il parere dei medici dell'esercito fu determinante per farle conseguire il risultato voluto, come risulta da una nota scritta dal Comandante dell' Usbb a febbraio del 2015: "Dopo aver attentamente considerato la raccomandazione che il trattamento ormonale è appropriato dal punto di vista medico e necessario, soppesando tutti i rischi associati alla sicurezza, si approva questa aggiunta al piano di cura della detenuta Manning". Due mesi dopo, Chelsea scrive una lettera di ringraziamento ad Amnesty International per il sostegno ricevuto, ne riporto alcuni stralci: "Volevo ringraziarvi tutti per le vostre azioni di sostegno e solidarietà... per il supporto di migliaia di persone là fuori che hanno scritto a me e al Presidente (Obama) per il mio perdono e la mia liberazione... Queste cartoline e lettere hanno letteralmente inondato la stanza della posta e la mia cella durante il mio compleanno a dicembre... I miei giorni sono occupati e molto di 'routine'. Lavoro in una falegnameria professionale durante la settimana e sto seguendo corsi universitari per corrispondenza. Mi alleno per restare in forma e leggo giornali, riviste e libri per tenermi aggiornata e imparare cose nuove. Ho infine iniziato il mio trattamento di ormoni... è stato un tale sollievo per il mio corpo e il mio cervello che, finalmente, si sono allineati... nel complesso le cose si stanno muovendo bene...". Per leggere la versione integrale della lettera sul sito di Amnesty clicca QUI .























VERSO LA LIBERTA'- Qualche mese dopo la condanna, a settembre del 2013, l'avvocato di Chelsea Manning inoltra al Presidente degli Stati Uniti una richiesta di condono con il sostegno formale di Amnesty International. Nella richiesta viene evidenziato il fatto che, i files divulgati dalla detenuta Manning, non erano classificati come 'sensibili' e non hanno causato danni reali al Paese. A novembre del 2016, dopo tre anni di silenzio amministrativo, Chelsea decide di prendere in mano il suo destino e di rinnovare la petizione via web tramite il sito "We the People". Questo sito, voluto dal Presidente Obama, era una sezione del portale della Casa Bianca per inoltrare petizioni. Se queste petizioni avessero raccolto il sostegno di almeno 100 mila firme entro 30 giorni dalla presentazione, avrebbero ricevuto una risposta ufficiale dai funzionari preposti alla materia. Come ho già scritto sopra, la petizione di Manning fu inoltrata entro la fine di novembre 2016 e già il 10 dicembre il traguardo delle 100 mila firme era stato raggiunto e superato. Secondo le regole stabilite, a gennaio del 2017 Chelsea ottiene una risposta dai funzionari del Dipartimento della Giustizia: il suo nome è stato inserito, insieme ad altri, in una lista ristretta di candidati per la commutazione della pena. Ora, però, occorre attendere la valutazione del caso che ne darà Obama. Avviene tutto velocemente pochi giorni dopo: il 17 gennaio del 2017 il Presidente degli Stati Uniti firma il decreto per commutare l'intera condanna inflitta alla detenuta Chelsea Manning, ad eccezione degli ultimi 4 mesi ancora da scontare in carcere. Il giorno dopo, in conferenza stampa, Obama parlerà della motivazione del provvedimento: confrontando il duro trattamento riservato a Manning con quello di altri leakers (divulgatori) che avevano ricevuto condanne più leggere, riteneva che, una consistente riduzione della pena fosse un doveroso atto di giustizia. L'uscita dal carcere di Chelsea viene stabilita per il 17 maggio alle prime luci dell'alba. Mentre, emozionata, si prepara ad abbandonare la sua cella così si esprime: "Dopo altri quattro mesi di ansia, il giorno è finalmente arrivato... Non vedo l'ora di respirare l'aria tiepida della primavera! Qualsiasi cosa avrò davanti a me, è molto più importante di quello che ho passato. Sto scoprendo tante cose in questo momento, il che è eccitante, divertente e completamente nuovo per me...". E poi, dopo qualche pausa: "Voglio provare quella meravigliosa sensazione di unità con le persone e la natura, senza filo spinato, sbarre o strette cabine per le visite... Voglio poter abbracciare di nuovo la mia famiglia ed i miei amici e... nuotare... sì, voglio andare a nuotare ! ! ! ".













UNA VITA NUOVA - Durante gli anni trascorsi in carcere, Chelsea si era dedicata al miglioramento della sua formazione culturale studiando diverse materie e frequentando corsi universitari per corrispondenza. Pur essendo in detenzione, aveva iniziato la sua attività di pubblicista per Cosmopolitan e The Guardian. La caporedattrice di quest'ultimo, Katharine Viner, annunciò nel 2015 che Manning era entrata a far parte del Guardian come autrice di opinioni sulla guerra, i diritti 'lgbtq' e la libertà di informazione. Nel giugno del 2017, Chelsea Manning rilascia la sua prima intervista da donna libera a Good Morning America sul canale Abc news e, ovviamente, ringrazia il Presidente Obama per averle concesso un'altra possibilità. Nel corso dell'intervista ribadisce che è lei l'unica responsabile del rilascio delle informazioni per cui è stata condannata: "Non c'è nessun altro...Nessuno mi ha chiesto di farlo, nessuno me lo ha ordinato... sono io la causa..." E di nuovo parla della motivazione: "Ogni giorno occorreva esaminare fatti, statistiche, rapporti, date, orari luoghi e, alla fine, ti fermi e basta... Ho smesso di vedere i numeri e le comunicazioni ed ho iniziato a vedere le persone..." Con la divulgazione dei documenti sperava di scatenare un dibattito pubblico anche a livello internazionale e non di minacciare la sicurezza della nazione. Quando poi le viene chiesto di commentare  la dura battaglia legale per ottenere la transizione di genere risponde così: "Combattere per ottenere il trattamento ormonale era importantissimo per me perché è ciò che letteralmente mi tiene in vita... gli ormoni mi impediscono di sentirmi la persona sbagliata. Nella mia mente provavo quella sensazione orrenda come se volessi strappare il mio corpo via da me... non voglio più ripetere quell'esperienza... è davvero terribile !". In altre occasioni ha dichiarato che come donna si sente serena, più sicura e in equilibrio con se stessa. Che il cambiamento di genere abbia avuto effetti positivi possiamo scoprirlo osservando le foto e i filmati che la riguardano. La bassa statura che, quando era il ragazzo Bradley, costituiva motivo di scherno e derisione non esiste più: metà della popolazione femminile del pianeta è alta come lei, inoltre il suo fisico androgino e slanciato le ha consentito di posare come fotomodella in più di un'occasione. La cura ormonale, nel suo caso, ha agito con efficacia perché somministrata ad un soggetto già carente di caratteri mascolini secondari, cioè con scarsa peluria, dotato di muscolatura poco definita e ossatura sottile. Chelsea veste 'casual', usa un trucco raffinato e leggero e segue la moda senza esagerare; l'immagine che ha voluto creare di se stessa è quella di una giovane donna molto gradevole e carina.



SOSTENITORI e DETRATTORI - Fra i sostenitori di Chelsea Manning, possiamo annoverare oltre ai membri delle associazioni lgbt, molti intellettuali e politici di sinistra, attivisti per il rispetto dei diritti umani e think tanks sui crimini di guerra. Fra i personaggi più influenti che si sono impegnati nella difesa di Manning, ma anche di Assange e Snowden, ricordiamo il quasi novantenne liberale Daniel Ellsberg. I detrattori possono essere individuati negli ambienti conservatori, nell'apparato statale amministrativo e militare e, principalmente, fra i funzionari della Central Intelligence. Per questi ultimi, il soldato Manning è un traditore: rivelando i crimini commessi dai colleghi militari, ha infangato il Governo e pregiudicato la sicurezza dello Stato. Ma il forte super ego di Bradley/Chelsea esprime un senso del dovere che va oltre lo Stato e si focalizza sulle vittime innocenti, sulle 'morti collaterali' generate dal Moloch a stelle e strisce. Fin da quando era adolescente, Manning ha interiorizzato il codice etico implicito nell'imperativo categorico di Kant, cioè il TU DEVI. Quindi l'azione da compiere era quella di rendere accessibile al più vasto pubblico possibile le prove dei crimini di guerra. Jordan Davis ha riferito sul suo amico d'infanzia Manning che, quando fu cacciato di casa dalla seconda moglie del padre, mise nello zaino pochi oggetti essenziali e "La critica della Ragion Pratica". Non se ne separava mai, i pensieri del filosofo curavano la sua fragilità emotiva ed illuminavano le sue idee. Quando, qualche anno più tardi fu arrestato in Iraq e poi detenuto a Quantico in Virginia, chiese alla sua famiglia di portargli una decina di libri. Fra questi figuravano "La critica della Ragion Pura", "La Critica della Ragion Pratica" e "L'arte della guerra" di Sun Tzu. Dovendo fronteggiare le turbe della disforìa di genere e degli stati depressivi, Manning ha fatto del suo intelletto la roccaforte più sicura in cui rifugiarsi. Mercoledì13 settembre, Chelsea riceve la nomina di borsista presso la prestigiosa Kennedy School in cui si formano i gruppi dirigenti Usa. Sempre nello stesso giorno, riceve l'incarico di borsista anche Sean Spicer un ex portavoce della Casa Bianca. Manning e Spicer erano stati inseriti in un elenco di una dozzina di Visiting Fellows per l'anno accademico 2017/18. Un Visiting Fellow è un esperto qualificato in determinate materie invitato a tenere un ciclo di lezioni, o ricerche, presso l'Università richiedente. Quali sono le qualifiche per cui Chelsea riceve l'invito ? Sono queste: "... esperta di sicurezza della rete, delle conseguenze sociali, tecnologiche ed economiche della IA, editorialista per The Guardian e The New York Times, sostenitrice dei diritti gender...". La reazione dei conservatori è dura ed immediata: Michael Morell, ex funzionario dell'Intelligence, rassegna le sue dimissioni da Senior Fellow scrivendo: "...non posso far parte della Kennedy School di Harvard che onora una criminale condannata, la Sig.ra Chelsea Manning, invitandola a fare la Visiting Fellow...".




Sempre nello stesso giorno, cioè giovedì 14, anche il direttore della CIA, Mike Pompeo, scrive al Decano Elmendorf della Kennedy School a sostegno della protesta di Morell; aggiunge anche che non avrebbe partecipato ad un Forum programmato in serata nei locali dell'Università. Elmendorf comprende che non può entrare in conflitto con queste personalità governative e che non ha altre opzioni se non quella di revocare la nomina di borsista a Chelsea Manning: lo fa subito, comunicandole per telefono il provvedimento che è costretto ad adottare. Quando Chelsea riceve la chiamata, è appena scesa da un palco a San Francisco dove ha ricevuto un premio importante per la libertà d'informazione dalla fondazione Electronic Frontier (EFF). I suoi collaboratori riferiscono che non la prende affatto bene e interrompe la comunicazione chiudendo il telefono. Tuttavia, il Decano Elmendorf non riesce ad evitare la contestazione dei sostenitori di Manning. Allora, il 15 settembre pubblica una dichiarazione in cui, praticamente, si scusa con tutti per non aver valutato correttamente le sue iniziative didattiche. Chelsea commentò brevemente quanto accaduto in due tweets: 1° "this is what a military/police/intel state looks like the @cia determines what is and is not taught at @harvard" 2° "honored to be 1st disinvited trans woman visiting @harvard fellow they chill marginalized voices under @cia pressure". E non sarà certo un caso se, una settimana dopo, a Manning è stato negato l'ingresso in Canada dagli Stati Uniti a causa dei suoi trascorsi penali. Nonostante Chelsea non fosse fautrice di una determinata ideologia politica, per qualche tempo ha pensato che la politica fosse uno strumento per migliorare la società. Il 26 giugno 2018 riesce ad arrivare seconda alle primarie del Maryland fra gli otto candidati democratici in lizza per la nomina al Senato. Nel ringraziare i suoi sostenitori, sul sito della campagna elettorale, scrive: "Abbiamo iniziato questa campagna sapendo che si trattava di una prospettiva remota ma sono convinta che il cambiamento di cui le persone hanno veramente bisogno vada oltre ciò che il nostro sistema bipartitico corrotto è disposto ad offrire. Dobbiamo realizzare il potere che abbiamo come individui. Dobbiamo usare quel potere per costruire qualcosa di nuovo". Per un breve periodo, Chelsea frequentò anche alcuni personaggi dell'estrema destra americana (alt-right) soprattutto per curiosità intellettuale e per sviscerare le loro intenzioni. Alla fine rassicurò i suoi sostenitori che non era diventata razzista o fascista: "I was a spy, not a racist". L'umiliazione patita a causa del rifiuto del Decano di Harvard viene compensata ben presto dalle richieste che provengono da altre Università e College per tenere conferenze o condurre seminari. Parteciperà ad eventi pubblici a Londra e Berlino ma non in Canada dove il Governo non le permette di entrare. Riceve poi una serie di inviti per apparizioni pubbliche a Sidney, ma anche l'Australia nega il visto d'ingresso. In Nuova Zelanda, invece, le concedono un permesso di lavoro per Wellington ed Auckland.

























 Il permesso le era stato rilasciato dai funzionari del Dipartimento 'Immigrazione'. Quando fu chiesto al PM Jacinda Ardern se aveva intenzione di opporsi alla concessione per non incrinare i rapporti con gli Usa, rispose: "Siamo una nazione che permette la libertà di parola e di espressione... penso che ci sia interesse ad ascoltare quello che la Sig.ra Manning ha da dire e dobbiamo permettere ai Neozelandesi di ascoltare le sue parole...". Che lezione di democrazia! ANCORA IN PRIGIONE - Nel febbraio del 2019, Chelsea riceve una citazione del Grand Jury della Virginia che indaga da anni su eventuali reati commessi da Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks. La citazione le impone di presentarsi come testimone in audizione segreta nell'udienza di marzo. Tuttavia, Manning, che non ha nessuna intenzione di testimoniare in un processo a porte chiuse dove le sue parole potrebbero essere omesse o strumentalizzate, chiede al suo avvocato di impugnare la citazione affinché ne sia dichiarata la nullità. Nella convocazione dell'8 marzo, il Giudice respinge la richiesta di annullare la citazione ed invita la convocata a rispondere alle domande assicurandole l'immunità totale su quello che dirà. Chelsea risponde che non ha nulla da riferire oltre a quanto verbalizzato nel processo della Corte marziale culminato con la sua condanna nel 2013; le informazioni che può dare, e che riconferma, sono già tutte agli atti del sistema giudiziario. A causa del rifiuto di rispondere, il Giudice Claude Hilton la mette in stato di accusa per oltraggio alla Corte ordinandone la detenzione fino a quando non si deciderà a testimoniare, oppure, fino alla scadenza del mandato della Giuria. Il mandato scade il 9 maggio e Manning ritorna in libertà, ma soltanto per sette giorni. Infatti, viene citata di nuovo come testimone dalla nuova Giuria il 16 maggio e di nuovo ribadisce il suo rifiuto di rispondere alle domande in un'udienza non aperta al pubblico. Anche questa volta viene trattenuta in prigione, ma la sentenza del Giudice Anthony Trenga è più pesante perché corredata da multe esorbitanti e chiaramente vessatorie: dopo i primi trenta giorni di carcere sarà multata per 500 dollari al giorno, dopo sessanta giorni per 1000 dollari, fino a quando non collaborerà con la 'giustizia' o fino quando non scadrà nuovamente il mandato della nuova Giuria. Ma Chelsea, così replica al Giudice: "Il Governo non può  costruire una prigione abbastanza terribile, o un sistema peggiore, dell'idea che io possa rinunciare ai miei valori. Preferirei morire di fame piuttosto che cambiare le mie opinioni al riguardo. Lo dico letteralmente...". Ancora l'influsso di Kant, ancora l'imperativo categorico, il 'tu devi' che non ammette deroghe o cedimenti, il punto fermo della sua vita...







venerdì 12 luglio 2019

L'INCERTO FUTURO di WIKILEAKS

Nils Melzer è un accademico titolare della cattedra di Diritto Internazionale all'Università di Glasgow e di quella dei Diritti Umani all'Accademia di Ginevra. Per dodici anni ha ricoperto incarichi di rilievo  nel Comitato Internazionale della Croce Rossa e, dal 2016, svolge la funzione di Relatore Speciale dell'ONU sulla tortura e altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Nell'espletamento di tale funzione, il 9 maggio ha visitato Julian Assange  nel carcere di Belmarsh accompagnato da due medici specializzati in traumi dovuti a violenze fisiche o psicologiche. La relazione di Melzer è un pubblico atto di accusa ai governi Usa, Uk, Svezia ed Ecuador per aver inflitto al giornalista le medesime sofferenze emotive e debilitanti provocate da maltrattamenti e torture. In particolare: "Dal 2010, quando Wikileaks ha iniziato a pubblicare testimonianze di crimini di guerra e torture commesse dalle forze statunitensi, abbiamo visto uno sforzo sostenuto e concertato da parte di diversi Stati per consegnare il Signor Assange estradato agli Stati Uniti, sollevando serie preoccupazioni per la criminalizzazione del giornalismo investigativo in violazione sia della Costituzione degli Stati Uniti che della legge internazionale sui diritti umani ...Da allora, c'è stata una campagna implacabile e sfrenata di mobbing pubblico, intimidazione e diffamazione nei confronti di Julian Assange, non solo negli Stati Uniti, ma anche nel Regno Unito, in Svezia e, più recentemente, in Ecuador...Le prove sono schiaccianti e chiare, il Sig. Assange è stato deliberatamente esposto, per un periodo di diversi anni, a forme progressivamente gravi di trattamenti o pene crudeli, inumane e degradanti... Condanno, nei termini più forti, la natura deliberata, concertata e prolungata dell'abuso inflitto al detenuto...In 20 anni di lavoro con vittime di guerra, violenza e persecuzioni politiche non ho mai visto un gruppo di Stati Democratici che si uniscono per isolare, demonizzare e abusare deliberatamente di un singolo individuo per così tanto tempo e con così poco riguardo per la dignità umana e lo stato di diritto.... La persecuzione collettiva di Julian Assange deve finire qui e ora !".

















Quattro Stati cosiddetti 'democratici' hanno concertato la persecuzione giudiziaria del fondatore di WikiLeaks. Per quali 'reati' ? 1°Aver pubblicato prove dei crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti durante i conflitti in Afghanistan e in Iraq 2° Aver diffuso i programmi per spiare non solo gli avversari politici, ma anche i Paesi alleati 3° Aver rivelato il trattamento disumano riservato ai prigionieri di Guantanamo. In sostanza, la colpa di Assange è quella di aver dimostrato che il potere politico usa sistematicamente metodologie criminali per conseguire i propri obiettivi di espansione e controllo sulle masse ignare. Il potere politico può essere sconfitto pubblicando prove dei crimini commessi ? Non sempre. Alcuni Governi sono così temuti che, anche quando falliscono nel manipolare la pubblica opinione tramite i media compiacenti, chi conosce la verità ne accetta la falsificazione per evitare rappresaglie. Sempre discutendo dei suddetti Governi, essi ignorano con tracotanza le risoluzioni dell'Onu qualora siano lesive dei loro interessi su scala mondiale e arrivano persino a non rispettare i contratti bilaterali siglati in precedenza. Come procedere per opporsi a tali prevaricazioni ? " Uno dei modi migliori per ottenere giustizia è quello di rendere manifesta l'ingiustizia" sosteneva Assange, ed è questo il motivo della nascita di WikiLeaks: pubblicare prove documentarie dei crimini e dei soprusi commessi da Governi e Istituzioni affinché la gente sappia per chi ha votato o a chi ha dato sostegno. Julian, che si considera un anarchico, ha sempre creduto che una vera democrazia responsabile può realizzarsi soltanto se fondata sulla trasparenza assoluta. Nel suo famoso saggio "Conspiracy as Governance" egli ha sostenuto che la fuga di notizie vere, rese manifeste al grande pubblico, è l'arma che produce più terrore all'interno delle organizzazioni politiche e sociali più ingiuste e segrete. Un'arma che deve essere neutralizzata ad ogni costo, affinchè la 'cospirazione' possa sopravvivere, vale a dire occorre distruggere WikiLeaks a partire dal suo fondatore. Traduzione del tweet di Melzer riprodotto qui sopra: "Il perseguimento giudiziario diventa persecuzione giudiziaria quando i Governi perseguono i whistle-blowers (per non parlare dei giornalisti) per aver rivelato dei crimini omettendo di perseguire quegli stessi crimini che essi hanno rivelato. Per lo meno, dovremmo essere tutti uguali di fronte alla Legge".





Va chiarito che Assange è stato sottoposto ad un doppio arresto: il primo, nell'ambasciata ecuadoregna per non aver rispettato i termini della cauzione nel 2012, quando non voleva essere estradato in Svezia, e il secondo per conto dell'amministrazione Usa che lo ha sempre accusato di essere una spia ed un hacker. Per il primo reato, il tribunale britannico gli ha comminato  una pena detentiva di 50 settimane che sta scontando nel carcere londinese di Belmarsh; per quanto riguarda l'estradizione, si è già svolta un'udienza preliminare il 14 giugno. In questa udienza, a cui Assange ha partecipato dal carcere in collegamento video, il Procuratore americano Ben Brandon ha esposto 18 accuse contro il fondatore di Wikileaks ai sensi dello Spionage Act del 1917; ha continuato a ripetere che il materiale sulla guerra in Iraq e in Afghanistan pubblicato sul sito, ha danneggiato il lavoro dei servizi segreti e la capacità delle forze armate di svolgere i propri compiti minacciando gli interessi statunitensi all'estero. Brandon ha poi accusato Assange  di aver tentato di violare una password della 'Us Defense Data Network' insieme a Manning Bradley (oggi Chelsea) analista dell'intelligence in servizio nell'esercito americano. Praticamente, il piano Usa per far estradare Assange è quello di incriminarlo come hacker piuttosto che considerarlo un editore e un giornalista. Ma lo stesso Manning, sottoposto a processo, lo ha ripetutamente scagionato nonostante le pressioni che, ancora oggi, è costretto a subire dall'autorità giudiziaria. Tutte le imputazioni esposte da Ben Brandon sono soltanto 'presunte', non esiste uno straccio di prova e Manning ha dichiarato che ha agito da solo inviando i 75 mila files a WikiLeaks affinchè la redazione li portasse a conoscenza del grande pubblico. L'avvocato di Assange, Mark Summers, ha fatto presente che il suo cliente è stato convocato senza aver avuto la possibilità di leggere i capi di imputazione a suo carico e gli è stato negato l'uso del Pc, sia pur per qualche ora, ai fini di preparare la sua difesa. Assange ha negato con risolutezza di aver hackerato alcunchè ribadendo che WikiLeaks è una società editrice con l'obiettivo di pubblicare il materiale inviato da qualsiasi utente a cui viene garantito l'anonimato. Al termine del dibattito, la Giudice Emma Arbuthnot ha stabilito che, l'udienza definitiva per emettere la sentenza sull'estradizione di Assange, è fissata per il 25 febbraio del 2020 e durerà cinque giorni. Jennifer Robinson, uno degli avvocati dello staff di Wikileaks, qui sopra raffigurata insieme a John Pilger all'uscita del Tribunale, ha dichiarato: " Questo caso giudiziario è un oltraggioso attacco alle tutele di cui godono i giornalisti. Questa incriminazione avrà un effetto raggelante sui giornalisti e gli editori di tutto il mondo a causa degli Usa che cercano di perseguire al di fuori del loro territorio un editore, che non è neanche un cittadino americano, per aver rivelato crimini di guerra, corruzione e violazione dei diritti umani ". John Pilger, australiano, giornalista e regista di documentari, è scettico sul fatto che Assange possa ottenere giustizia in questo primo grado di giudizio considerando l'atteggiamento ostile della Giudice Arbuthnot : "... se, alla fine dell'udienza del 25 febbraio 2020 decidessero di estradare Assange, i suoi avvocati si appelleranno all'Alta Corte e penso che sia proprio là dove potrebbe ottenere giustizia...". Se dovesse ancora andar male, l'ultima possibilità sarebbe il ricorso alla Corte Suprema.



Qui sopra vediamo Assange all'interno del carcere di Belmarsh e John Shipton che ne è appena uscito dopo avergli fatto visita l'11 giugno. Shipton è il padre biologico di Julian ma si sono incontrati e conosciuti soltanto quando lui era già un giovane adulto. Nel piazzale antistante il carcere, ha accettato di rispondere a qualche domanda dei giornalisti sull'incontro avuto con il figlio. Visibilmente emozionato, ha riferito che Julian gli ha chiesto se era disposto a trasferirsi da Melbourne a Londra per vedersi con più frequenza: ha risposto che lo avrebbe fatto volentieri e si sarebbe trasferito in agosto. Era felice e commosso perché il figlio gli aveva fatto capire che aveva bisogno di lui, poi, si sono salutati con un forte abbraccio; quando il destino decide di metterci alla prova, soltanto i sentimenti, i buoni sentimenti, possono darci la forza per andare avanti. Shipton così racconta: "It is not a jug you want to end... you actually want to carry him out with you..." (Non era un abbraccio che volevi finisse... in realtà volevi portarlo fuori, via con te...). Link dell'intervista . Shipton, che al momento è ritornato in Australia, sta dedicando tutte le sue energie ad aiutare questo figlio, dapprima perduto, e poi miracolosamente ritrovato. Il 3 luglio, giorno del compleanno di Assange, ha organizzato un raduno-veglia con amici, sostenitori vari ed esponenti del SEP (piccolo partito socialista) che si è tenuto a Melbourne, a Sidney, in Nuova Zelanda e in Sri Lanka. Non si tratta soltanto di difendere Assange evitandogli l'estradizione negli Stati Uniti, ma soprattutto di preservare il diritto alla diffusione di documenti e notizie di pubblico interesse. Il materiale pubblicato da WikiLeaks è stato un duro colpo inferto al potere politico perché lo ha privato della maschera 'democratica' ma, quando il bambino grida "il re è nudo", i cortigiani preferiscono continuare nella mistificazione della realtà e chiudergli la bocca. Nel giorno del suo arresto all'ambasciata ecuadoregna, Oliver Stone scrisse: "Assange è un editore di fatti veri. Malgrado sia stato trattato in modo disumano, egli ha reso un grande servizio all'umanità. Questo caso è cruciale per la sopravvivenza del nostro diritto di conoscere ed essenziale per la nostra libertà contro l'oppressione di Usa e UK-- e adesso tirannia !". "oppressione", "tirannia"... Oliver Stone non sta esagerando un po' troppo ? Niente affatto, e vediamo perchè.




Il 5 febbraio 2016, un gruppo di lavoro dell'ONU ha trasmesso ai Governi di Gran Bretagna e Svezia una relazione di biasimo sugli abusi patiti da Assange: qui il documento integrale. Secondo le norme internazionali, risultava illegittima la privazione della libertà a cui era sottoposto e quindi, i suddetti Governi, venivano esortati a ripristinarla e a versare un adeguato risarcimento. Con l'archiviazione dell'inchiesta svedese (ora riaperta dopo l'arresto di Assange all'ambasciata ecuadoregna), la decisione dell'ONU incombe ancora su Londra che ha provato ad appellarla per ribaltare il verdetto, ma inutilmente. Infatti, è stato riconfermato che il fondatore di WikiLeaks è detenuto illegalmente ai sensi del diritto internazionale. Perso l'appello, Londra ha deciso semplicemente di ignorare il richiamo dell'ONU. Se non è tirannia questa, poco ci manca... Nils Melzer, instancabile nella sua battaglia per ristabilire la verità su Julian Assange, esprime con lucidità il suo pessimismo per gli sviluppi futuri: "Gli Stati Uniti e gli altri Stati coinvolti, vogliono fare di Mr Assange un esempio agli occhi del mondo, non tanto per punirlo di eventuali danni da lui causati, quanto come deterrenza per chi volesse imitare le gesta di WikiLeaks in futuro. In questa situazione, Assange non ha assolutamente alcuna possibilità di ottenere un equo procedimento giudiziario". Ma lo scenario futuro potrebbe essere ancora peggiore di quello ipotizzato da Melzer: se Assange sarà estradato in Usa non sarà processato soltanto come hacker e spia ma anche come terrorista e agente nemico (per conto della Russia?). Infatti, nell'Usa Act, poi confluito nell'Usa Patriot Act, il terrorismo è definito come un insieme di "atti che appaiono tesi ad influenzare la politica di un Governo con l'intimidazione e la coercizione". Le misure contro il terrorismo cibernetico e il crimine informatico prevedono limitazioni dei diritti civili dell'imputato, fra i quali, la presunzione di innocenza, il diritto alla difesa e tempi certi per la conclusione del processo. I quattro Stati coinvolti nella persecuzione di Assange si stanno già comportando nei suoi riguardi come se fosse un terrorista. I 18 capi di accusa, presentati il 14 giugno al tribunale britannico per estradare Julian, possono essere raggruppati in tre categorie di reati: a) Conspiracy To Commit Computer Intrusion b) Obtaining National Defense Information c) Disclosure of National Defense Information.











mercoledì 29 maggio 2019

LIBERTA' per ASSANGE


NOTE BIOGRAFICHE - Julian Paul Assange è uno dei personaggi più straordinari del nostro tempo, un idealista che ha dedicato la sua vita alla diffusione della verità dei fatti. Quella verità sistematicamente distorta, o occultata, dalle organizzazioni del potere politico e finanziario. Nasce il 3 luglio del 1971 a Townsville, una città dell'Australia nord-orientale nel corso della relazione sentimentale della madre, Christine Hawkins, con John Shipton. I suoi genitori si erano incontrati ad una manifestazione di protesta contro la guerra in Vietnam, ma Christine troncò i rapporti con Shipton entro il primo anno di vita del piccolo Julian. L'anno dopo, nel 1972, un regista teatrale di nome Brett Assange sposerà Christine Hawkins e ne adotterà anche il figlio. L'infanzia del piccolo Julian fu caratterizzata da frequenti trasferimenti di residenza a causa dell'attività teatrale svolta dai suoi genitori. Ebbe un amichevole rapporto con Brett, il padre adottivo, tuttavia non durò molto a lungo perché nel 1979 Christine si separò dal marito per iniziare una nuova relazione con il musicista Keith Hamilton. Da questo Hamilton, la madre di Julian ebbe un altro figlio, Jamie, e la spiacevole sorpresa di scoprire che il suo uomo apparteneva ad una setta New Age i cui adepti avevano fondato la "Santiniketan Park Association". L'Associazione era diretta da Anne Hamilton-Byrne, un'insegnante di yoga che dichiarava ai suoi seguaci di essere la reincarnazione di Cristo. Costoro si impadronivano dei figli dei  loro adepti allevandoli in modo rigido e maniacale, picchiandoli regolarmente e arrivando persino ad affondare le loro teste nel collo del water. Ebbene, questo Keith, presumibilmente uno dei tanti figli adottivi di Anne, pretendeva che Christine cedesse il piccolo Jamie all' Associazione. Assange, in seguito, racconterà che la madre fu coinvolta in una battaglia legale per mantenere l'affidamento del fratellastro che lo psicopatico Keith voleva toglierle (da "WikiLeaks. Inside Julian Assange's War on Secrecy" di D.Leigh e L.Harding). Per tutelarsi, cambiarono più volte la residenza, usando nomi diversi, fino a quando riuscirono a soggiornare più stabilmente a Melbourne. Vicino al bungalow dove abitavano, c'era un negozio di elettronica, ed è qui che Julian inizia a sviluppare la sua passione per l'informatica; la madre si accorge del coinvolgimento del figlio e gli regala  il suo primo computer all'età di 16 anni. E così, nel 1987, Assange iniziò con entusiasmo ad hackerare sotto il nome di Mendax insieme ad altri due compagni: Track e Prime Suspect. La sigla del gruppo fu IS, cioè "The International Subversives". Da allora, inizia ad esplorare varie modalità di hackeraggio e, nel 1989, fonda con altri colleghi un nucleo pirata denominato WANK (Worms Against Nuclear Killers) effettuando blitz in vari siti, fra i quali quello della NASA; intanto ha conosciuto una ragazza di nome Teresa che sposerà e gli darà il primo figlio, Daniel. Nel 1991 Julian, con i suoi Worms, riesce a penetrare nel sistema informatico della Nortel Networks, una società telematica canadese, ma viene localizzato e scoperto dalla polizia australiana. Il processo durerà quasi tre anni tuttavia , alla fine, considerando che i Worms erano motivati soprattutto dalla voglia di sperimentare e che la Nortel non aveva patito alcun danno, il Giudice si limitò ad infliggere soltanto una multa. Questa vicenda influì negativamente sulla vita coniugale di Assange al punto che Teresa lo abbandonò portando via con sé il piccolo Daniel. Amici e conoscenti fanno risalire il precoce imbiancamento dei capelli di Assange in questo periodo, a causa dello stress patito per la separazione e l'allontanamento dal figlio.






















ATTIVITA' INFORMATICA ed EDITORIALE - Nel 1997 Assange collabora alla stesura del libro di Suellette Dreyfus intitolato: "Underground - Tales of hacking, Madness and Obsession on the Electronic Frontier". In questo libro sono descritte le attività di intrusione di gruppi di hacker australiani, americani e britannici (gli 'hacker black hat') fra i quali lo stesso Julian/Mendax. Assange non ha mai voluto conseguire un titolo legale di studio, tuttavia il suo livello culturale può essere definito medio/alto. Ha ricevuto le basi dalla madre Christine con la quale ha studiato inglese, latino, greco e matematica, diventando poi autodidatta. Frequentava le biblioteche pubbliche nelle diverse città in cui soggiornava con la famiglia; nel 1996 si è iscritto per un anno ai corsi di informatica, fisica e matematica dell'Università del Central Queensland e, dal 2003 al 2006, ha frequentato altri corsi nell'Università di Melbourne. Il 2006 è anche l'anno in cui Assange fonda WikiLeaks cioè un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che diffonde notizie di argomento etico, storico e politico di pubblico interesse. La fondazione ha come logo una clessidra, il dominio del sito è registrato come wikileaks.org e viene avviato il 4 ottobre in Islanda dalla società "Sunshine Press Productions"; i numerosi server sono delocalizzati in diverse parti del mondo ma la 'dimora' del server principale fu stabilita in Svezia. Chiunque può spedire documenti, foto e video tutelandosi con l'anonimato. La copertura viene garantita non soltanto dallo staff di Assange ma dal programma di immissione dei materiali. Gli informatori possono stare tranquilli perché prima di accedere alla pagina di WikiLeaks, le informazioni vengono duplicate su tutti i server del portale affinché sia impossibile individuare e localizzare il mittente. Dell'organizzazione fanno parte dissidenti cinesi, giornalisti ed informatici  degli States, dell'Australia, dell'Europa e del Sud Africa. Il sito di WikiLeaks dichiara di lavorare in nome dell'art.19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di manifestare qualsiasi opinione senza subire interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni ed idee attraverso qualsiasi media e oltre qualsiasi frontiera". La diffusione di notizie 'riservate' o compromettenti è necessaria per combattere la corruzione dei Governi, delle persone e delle imprese. La pubblica opinione deve essere informata in modo trasparente affinché possa scegliere un sistema politico onesto ed affidabile. Nonostante Julian Assange sia riconosciuto dai suoi collaboratori come " il cuore e l'anima dell'organizzazione, il suo fondatore, filosofo, editore, finanziatore, programmatore e tutto il resto", occorre citare il nome di altri associati in pianta stabile come Kristinn Hrafnsson, Joseph Farrell e Sarah Harrison. La Harrison è anche socia, insieme a Julian Assange e Ingi Ragnar Ingason, della Sunshine Press già citata in precedenza.
























Di seguito, una sintesi dei più importanti documenti pubblicati da WikiLeaks dal 2006 in poi. ANNI 2006/09 - 1) Copia del marzo 2003 delle Procedure Operative per il trattamento dei prigionieri nel Centro detentivo a Guantanamo Bay; le procedure confermavano i sospetti della Croce Rossa di violazione dei diritti umani che le autorità statunitensi avevano sempre negato. 2)Documenti sulle attività illegali della Banca svizzera Julius Baer svolte nella loro filiale delle Isole Cayman. 3)Le 'Bibbie segrete' raccolte da Scientology. 4) I contenuti dell'account Yahoo appartenente a Sarah Palin, candidata in corsa per le elezioni presidenziali Usa. 5) Intercettazioni telefoniche di politici peruviani e affaristi coinvolti nello scandalo del Perù del 2008. 6) Rapporto su un grave incidente nucleare nella centrale di Natanz in Iran. 7) Rapporto sulla società "Trafigura Group Pte" (metalli ed energia) coinvolta in diversi scandali, di cui il più grave in Costa d'Avorio dove i rifiuti tossici prodotti hanno causato a più di 100 mila persone eruzioni cutanee, difficoltà respiratorie e persistenti emicranie. 8) Diffusione di circa 570 mila intercettazioni di messaggi di 'cercapersone' inviati il giorno degli attacchi dell'11 settembre. ANNI 2010/12 - 1) Dal febbraio 2010 alla fine del 2011, WikiLeaks inizierà a rilasciare l'ingente mole dei 251.287 cablogrammi intercorsi tra il Dipartimento Stato Usa e le sue ambasciate e missioni presenti in tutto il mondo. Il primo cablo fu "Reykjavik 13", inviato dal militare di stanza in Iraq Bradley Mannings; in questo cablo si richiedeva alle ambasciate americane in Islanda di fornire un profilo dei politici islandesi. Bradley che, in seguito ad un'operazione di cambio di sesso, fu ridenominata Chelsea, inviò al sito di WikiLeaks come tanti altri informatori anonimi, documenti importanti sulla guerra in Iraq, tuttavia fu individuata dall'Intelligence statunitense, processata e condannata a 37 anni di carcere; nel 2017 il Presidente Obama le ridusse la pena e ritornò in libertà, tuttavia non per molto, come vedremo più avanti. 2) Intanto, WikiLeaks acquisisce e diffonde altri documenti sui detenuti di Guantanamo dai quali possiamo trarre le seguenti conclusioni. Solo poche decine di prigionieri sono realmente accusati di terrorismo. Per il resto, si tratta di uomini e ragazzi innocenti sequestrati per errore oppure soldati di fanteria talebana estranei al terrorismo. Inoltre, molti di essi vennero venduti alle forze americane dai loro alleati afghani e pakistani soltanto per riscuotere la taglia. 3) Nel 2012 viene pubblicata la raccolta dei Syria Files (circa due milioni di e.mail da, e per, personalità politiche e ministeriali siriane e aziende come la nostra Finmeccanica) e poi quella della Società di 'global intelligence' Stratfor con sede in Texas. ANNI 2013/15 - 1) Nel 2013 vengono diffusi documenti diplomatici e di intelligence degli anni '70 in cui figurano i cablogrammi di Henry Kissinger.
























Sempre nel 2013, Sarah Harrison, attivista di WikiLeaks, aiuterà l'ex tecnico ed informatico dell'Intelligence statunitense Edward Snowden a fuggire da Hong Kong. Snowden divulgò documenti sulle tecniche di sorveglianza globale di tutti i cittadini del pianeta (stranieri ed americani). Le più importanti attività di rilascio di documenti nel 2015 furono: a) quasi mezzo milione di cablogrammi del Ministero degli Esteri dell'Arabia Saudita b) documenti riguardanti lo spionaggio americano contro il Governo francese (Chirac, Sarkozy e Hollande) e contro società e imprese francesi c) altri documenti, riguardanti sempre lo spionaggio americano, contro il Governo e le imprese economiche del Giappone. ANNI 2016/17 - 1) Il 4 luglio 2016 WikiLeaks rilascia, tramite Twitter, un link di accesso a 1258 e.mail spedite, o ricevute, tramite il server di posta personale dell'allora Segretario di Stato  Hillary Clinton. 2) Il 19 luglio WikiLeaks rilascia la raccolta di quasi 300 mila e.mail del partito AKP di Erdogan. 3) Il 22 luglio il sito di Assange diffonde 20 mila e.mail e 8 mila files inviati, o ricevuti, dai membri del Comitato del Partito Democratico americano; tuttavia queste mail furono trafugate da uno o più hacker sotto lo pseudonimo di Guccifer 2.0 e pubblicate nel loro sito DCLeaks a giugno, cioè un mese prima di WikiLeaks. I funzionari americani accusarono lo spionaggio russo di tale intrusione. Queste mail dimostrarono i maneggi del Partito Democratico per boicottare la candidatura di Bernie Sanders e favorire quella di Hillary Clinton e, infatti, la Presidente del Comitato, Debbie Wasserman Schultz, fu costretta alle dimissioni. Il 7 ottobre, sempre dell'anno 2016, WikiLeaks inizia il rilascio di una serie di e.mail ed altri documenti inviati, o ricevuti, da John Podesta. All'epoca egli era il responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton in corsa per la Presidenza. Un portavoce della Clinton dichiarò in conferenza stampa che, la diffusione quotidiana di tale materiale, dimostrava che WikiLeaks era un ente di propaganda del Cremlino a favore del suo avversario Donald Trump; Putin protestò per la falsità delle accuse dichiarando che servivano soltanto a distrarre l'attenzione degli elettori americani dal contenuto compromettente dei documenti. Tutto questo mise in imbarazzo il governo dell'Ecuador che decise di limitare temporaneamente ad Assange la connessione telematica. Infatti, il fondatore di WikiLeaks svolgeva la sua attività di informazione dall'ambasciata ecuadoregna di Londra, dove aveva trovato rifugio nel giugno del 2012. L'Ecuador dichiarò che rispettava il principio di non intervento negli affari interni di altri Stati e che non voleva interferire nei processi elettorali di Paesi terzi. 4) Il 16 febbraio 2017 Assange pubblica rapporti della Central Intelligence Agency sulle attività di spionaggio delle elezioni francesi del 2012. Il mese successivo inizia la diffusione della serie Vault 7 che descrive le abilità della suddetta Agenzia nell'eseguire la sorveglianza elettronica da remoto in tutto il mondo e la guerra informatica per compromettere i browser web che tutti usiamo, i sistemi operativi e i dischi di PC, Smartphone e TV. Il 5 maggio vengono diffusi documenti relativi alla campagna elettorale di Emmanuel Macron; a settembre inizia la pubblicazione degli "Spy Files Russia" dove viene citata la società di sorveglianza Peter-Service utilizzata dallo Stato per raccogliere i dati degli utenti telefonici russi.


























PROBLEMI GIUDIZIARI - Julian Assange è stato arrestato a Londra nella mattina di giovedi 11 aprile nell'ambasciata dell'Ecuador dove si era rifugiato fin dal 2012. Per manifestare il suo dissenso, si è lasciato trascinare a forza e caricare di peso sul pulmino che doveva condurlo al carcere londinese di Belmarsh. Si tratta di un carcere di massima sicurezza (HMP) dove vengono detenuti terroristi, killer, stupratori e colpevoli di reati contro lo Stato. Ma, per capire l' intricata vicenda in cui Assange è coinvolto, occorre ripartire dal principio, cioè dal 2010, quando Bradley Mannings inizia la spedizione dei files violati. E così, all'inizio dell'estate, WikiLeaks diffonde circa 76 mila documenti segreti sulle guerre ed i crimini commessi in Iraq e in Afghanistan suscitando la collera del Pentagono. Nell'agosto del 2010, su invito di una certa Anna Ardin, Assange si reca in Svezia per motivi di lavoro: conferenze, contratto con il Partito Pirata svedese per dislocare uno dei server di WikiLeaks nel loro bunker ed altro. Chi è questa donna ? E' un'ex docente e ricercatrice dell'Università di Uppsala, diplomata in scienze politiche, ufficialmente incaricata dal Governo per la difesa dei diritti umani, membro del Partito Socialdemocratico e sindacalista. Inoltre, ha lavorato per diversi anni nelle ambasciate svedesi all'estero ed è attivista del "Gruppo cristiano della Fratellanza dei Socialdemocratici svedesi" per il quale cura la sezione giovanile. Altre pennellate per completare il quadro: si definisce cristiana, femminista, contraria all'adulterio, promotrice dei diritti Lgbt (sicuramente è stata lesbica in gioventù) e ambientalista. Ma c'è anche una doppia vita, un doppio nome e legami compromettenti. Da un'indagine di Shamir e Bennett in CounterPunch, da Telesur e alcuni blog latino americani ricaviamo alcune notizie aggiuntive: 1° il vero nome di Anna Ardin è Ana Bernardìn ed è nata a Cuba anche se, dai documenti attuali, la nascita risulta registrata in Svezia 2° al tempo di Castro aveva forti legami con gruppi dissidenti cubani filoamericani a cui erano destinati i fondi Usaid per attività sovversive: uno di questi gruppi era il circolo femminista "Las Damas de Blanco" 3° Per L'Avana, Ana Bernardìn è una spia dell'Intelligence americana e, come tale, fu espulsa da Cuba. Ritornando ad Assange, Anna lo attira in Svezia con la prospettiva di trovargli un lavoro nell'editoria e in altri canali dei mass media svedesi; considerando il suo curriculum e le sue conoscenze, non vi era motivo per dubitare delle sue intenzioni. La Ardin comunicherà ad Assange che, dovendo assentarsi, potrà ospitarlo nel suo bilocale in un quartiere periferico di Stoccolma per alcuni giorni, cioè fino al suo ritorno in città per organizzargli il lavoro.















 Ed ora ricostruiamo la sequenza temporale del soggiorno svedese di Assange. 11 agosto - Julian arriva nell'appartamento di Ardin ed inizia a sistemare le sue cose. 13 agosto - In modo inaspettato, la padrona di casa ritorna prima del previsto, ma non vuole che l'ospite se ne vada, cenano insieme e, quella sera stessa, hanno il primo rapporto sessuale. Ormai divenuti amanti, oltre che colleghi di lavoro, i due programmano un seminario ed una conferenza stampa da attuare nei giorni successivi; a notte fonda, Anna posta on line un paio di messaggi per i suoi amici: 1° " Julian vorrebbe partecipare ad una 'sagra dei gamberi' c'è qualcuno che potrebbe trovare due posti liberi?" e poi 2°" Siamo seduti fuori alle 2 del mattino, non fa tanto freddo ed io sono in compagnìa di una delle persone più intelligenti ed affascinanti del mondo ! ". 14 e 15 agosto - Assange partecipa da relatore al seminario organizzato da Anna; fra gli uditori figurano giornalisti, intellettuali, gli attivisti del Partito Pirata e, in prima fila, Sofia Wilén che si era iscritta al seminario pagando la quota richiesta. Sofia è una giovane fotografa di 26 anni che fa di tutto per attrarre l'attenzione di Julian ma, non riuscendovi, inizia ad insistere con Anna Ardin per sapere quando e dove può incontrarlo. Anna lascia cadere le sue richieste, tuttavia, alla fine del seminario, Sofia insiste per offrire il pranzo a lei, ad Assange e a qualche altro amico. Al termine, mentre gli altri si congedano, la ragazza e Julian vanno in cerca di un caricabatterie. Dopo averlo comprato, Sofia propone una visita al Museo di Storia Naturale e, verso sera, riaccompagna Assange nei pressi del bilocale di Anna; erano iniziati i primi approcci, lui le lascia il suo numero di cellulare con la promessa di rivedersi prima possibile.





















16 agosto - Infatti, il giorno dopo, Assange prende il treno per andare a trovare Sofia  a Enkoping, una cittadina distante pochi chilometri da Stoccolma. Qui, consumano due o tre rapporti sessuali, di cui l'ultimo senza preservativo quando lei era ancora parzialmente addormentata. Questo fatto, diventerà poi angosciante per la Wilér a causa del timore di aver contratto una malattia o di affrontare una gravidanza indesiderata. Assange però la rassicura sul fatto che egli non ha malattie e che può prendere una pillola 'del giorno dopo'. 17 agosto - Mentre è ancora a casa di Sofia, Assange riceve una telefonata dalla redazione del giornale "Aftonbladet": gli chiedono un'intervista da effettuare il giorno dopo nei loro uffici. 18 agosto - Sofia accompagna alla stazione Assange che deve ritornare a Stoccolma per l'intervista e per richiedere un visto di soggiorno per motivi di lavoro: i due si lasciano con la promessa di rivedersi ancora. La sera del 18, Julian ritorna nell'appartamento di Anna Ardin, ma lei non lo saluta neanche, prende il materasso dell'unico letto a disposizione e va a dormire in cucina. 19 agosto - Sofia Wilén, dopo aver cercato, inutilmente, di contattare Assange, telefona ad Anna per sapere dove si trova  e le racconta che, avendo avuto un rapporto sessuale non protetto, teme di aver contratto qualche malattia. Questo fatto singolare, mette la vita di Assange nelle mani di Ardin che, da questo momento, troncherà ogni rapporto con lui dopo avergli intimato di andarsene fin dalla sera prima. Alla giovane Sofia dirà che non sa dove si trova Julian al fine di manipolarla; in realtà egli sgombrerà l'appartamento il giorno dopo. 20 agosto -  Anna incontra la Wilén e la convince ad andare alla stazione di polizia di Klara per chiedere che Assange venga rintracciato e sottoposto ai test per le malattie sessualmente trasmissibili. C'erano altre stazioni di polizia più vicine, perché Anna Ardin conduce Sofia in quella del quartiere di Klara ? Perché lì presta servizio l'ufficiale Irmeli Krans, sua amica, iscritta al suo stesso partito, lesbica, femminista e feroce avversaria del 'potere maschile dei bianchi'. Krans interroga Sofia alla presenza di Ardin, atto illegale poichè quest'ultima non era titolata all'ascolto e avrebbe potuto essere una potenziale testimone in futuro. Nel frattempo, Irmeli Krans, o chi per lei, aveva contattato la procuratrice Maria Haljebo Kjellstrand che firma immediatamente un mandato di arresto per stupro a carico di Julian Assange. Lo firma in pochi minuti, senza leggere verbali o ascoltare audioregistrazioni, sulla base delle informazioni telefoniche fornite dalla poliziotta. Le dichiarazioni di Sofia Wilén, non sono state registrate, sembra che il dittafono fosse rotto... Strano, vero ? Ancora più strano il fatto che qualcuno si occupi di trasmettere la notizia alle agenzie di stampa a tempo di record. Sofia Wilén è ancora nell'edificio della stazione di polizia, in attesa di firmare la trascrizione riportata a memoria sui moduli, quando le dicono che è stato spiccato un mandato di arresto per stupro a carico di Assange. Allora va in crisi e si rifiuta di firmare. Mentre era lì dentro, aveva inviato un sms ad un amico alle 14:25: " ...non volevo denunciare JA, ma la polizia voleva coglierlo in fallo..." e poi alle 17:26: "...sono rimasta scioccata quando hanno decretato l'arresto per JA perché io volevo soltanto che facesse un test..." Non risulta, a tutt'oggi, che abbia mai approvato e firmato la deposizione raccolta e rimaneggiata dalla Krans.













21 agosto - Anna Ardin si presta volontariamente all'interrogatorio per riferire sulla sua esperienza sessuale con Assange. Lo accusa di aggressività e di aver rotto intenzionalmente il preservativo, obbligandola a subire un rapporto sessuale non protetto. Come 'prova' regina delle sue accuse consegnerà agli atti un preservativo lacerato nella parte culminante del cappuccio. Neanche fosse una reliquia, l'aveva conservato per ben 8 giorni ? La perizia forense non troverà traccia del Dna di Assange e neanche quella di nessun altro: sì, il preservativo era nuovo ! Qui, la dichiarazione integrale , approvata e firmata, resa alla polizia da Anna Ardin. E la dichiarazione di Sofia Wilén ? Praticamente non esiste. Esiste soltanto il resoconto della poliziotta che la ragazza non ha voluto firmare, nè approvare, perché si è rifiutata di continuare l'interrogatorio. Però è possibile leggere la dichiarazione di Irmeli Krans su quello che Sofia Wilén le ha raccontato. Sempre nel pomeriggio del 21 agosto, assistiamo ad un altro colpo di scena: il Procuratore capo di Stoccolma, Eva Finné, annulla il mandato di arresto emesso da Maria Haljebo Kjellstrand su comunicazione dell'agente Krans: esaminati gli atti, la Finné dichiara che Assange, al massimo, è tenuto a rispondere del reato di molestie sessuali e non di stupro. 1 settembre - Ma non è ancora finita, qualcuno che ha importanti conoscenze nell'ambito del Partito di governo, che è poi il partito Socialdemocratico a cui sono iscritte  Ardin e Krans, vuole intrappolare Assange: si tratta dell'Avvocato Claes Borgstrom il quale, ricorrendo in appello ottiene la riapertura delle indagini per stupro. Ma la nuova procuratrice, Marianne Ny, spiega che si tratta di 'stupro minore' per il quale si rischia una condanna massima di 18 mesi. Durante lo svolgimento delle indagini, Assange è libero di andare dove vuole ma, quando esse arriveranno a conclusione il 18 novembre, il tribunale svedese emetterà nuovamente un mandato di arresto nei suoi confronti. 1 dicembre - Anche l'Interpol emette un mandato per l'arresto di Julian e lo inserisce nella lista dei ricercati internazionali. 7 dicembre - Assange, che già viveva a Londra da qualche mese, si costituisce volontariamente in una stazione di polizia dove viene arrestato in ottemperanza al mandato dell'Interpol. 14 dicembre - Il tribunale di Londra dispone il rilascio di Assange dal carcere ai domiciliari in attesa del processo di estradizione in Svezia: ha dovuto pagare una cauzione di £ 240.000, subire la confisca del passaporto e l'applicazione del braccialetto elettronico. Ha l'obbligo di non lasciare la splendida tenuta dell'amico giornalista Vaughan Smith che lo ospita e di presentarsi quotidianamente alla polizia. Qui, ad Ellingham Hall, Julian trascorrerà serenamente un anno e mezzo, tra l'affetto dei suoi familiari che verranno a trovarlo e quello dei figli di Smith che lo chiamano 'zio'. Andrà a pescare le carpe nel laghetto, a fare escursioni nei boschi e a raccogliere le uova nei pollai. Ma, soprattutto, si applicherà a potenziare il sito di WikiLeaks per continuare la sua missione: togliere i veli che occultano la verità dei fatti.


























24 febbraio 2011 - Il Tribunale britannico non accoglie la richiesta di Assange e si pronuncia a favore dell'estradizione in Svezia. I suoi avvocati impugnano la sentenza appellandosi alla Corte Suprema della Gran Bretagna. 30 maggio 2012 - L'ultima sentenza, quella definitiva, conferma nuovamente che l'estradizione deve essere attuata. Sia ben chiaro che il Tribunale svedese richiede l'estradizione di Assange non perché sia colpevole, ma perché deve essere interrogato per la ripresa delle indagini  di 'stupro minore' avviate da Marianne Ny nel 2010. Ma Julian sa che, dalla Svezia, rischia di essere estradato nuovamente, questa volta negli Usa che lo accusano di spionaggio informatico per aver diffuso documenti segreti. Egli conosce benissimo quali sono i metodi di interrogatorio nell'Impero della 'Democrazia'  e della 'Libertà', ma quello che gli preme di più è continuare fino all'ultimo la sua attività di divulgazione che in carcere gli sarebbe preclusa. 19 giugno 2012 - Assange lascia Hellingham Hall e si rifugia nell'Ambasciata dell'Ecuador a Londra chiedendo asilo. Qui, dopo un mese di trattative fra diplomatici britannici ed equadoriani, gli viene concesso lo status di rifugiato politico alle seguenti condizioni: 1) gli Inglesi non violeranno la sede dell'ambasciata che, tuttavia, sarà sorvegliata giorno e notte dai poliziotti 2) Assange potrà uscire sul terrazzo e sotto il portico ma non in strada dove c'è l'ordine di arrestarlo 3) potrà ricevere parenti ed amici, avere una connessione internet e continuare il suo lavoro sul web senza restrizioni. Il 16 agosto del 2012, il Presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, concederà ufficialmente l'asilo politico ad Assange: resterà nell'ambasciata per ben sette anni, fino a quando il nuovo Presidente Lenin Moreno, revocherà l'asilo e lo consegnerà alla polizia britannica l'11 aprile del 2019.



Nello stesso giorno dell'arresto, dopo essere stato ammanettato e messo in catene, viene condotto alla stazione centrale di Scotland Yard. Dopo poche ore e, con inusuale celerità, sarà aperta un'udienza del Tribunale di Westminster: il Giudice lo condannerà a 50 settimane di detenzione per aver violato gli arresti domiciliari su cauzione quando, sette anni prima, si rifugiò nell'Ambasciata ecuadoregna: era il 2012 e Julian Assange si vide costretto a questa fuga per evitare l'imminente estradizione  in Svezia decisa dalla Corte britannica; come già sappiamo, la Svezia lo reclamava per continuare le indagini su presunte e poco credibili accuse di stupro, le quali, secondo le giravolte dei vari procuratori e avvocati, venivano chiuse o riaperte, aggravate o ridimensionate. Assange sapeva benissimo che, se fosse stato detenuto, anche solo per pochi giorni, nelle carceri svedesi, sarebbe stato estradato negli Usa per spionaggio: egli non temeva un ridicolo processo per uno stupro inesistente, ma la persecuzione politica dello Stato di cui aveva rivelato crimini e soprusi. Persecuzione che adesso dovrà subìre nel Regno Unito. Infatti, mentre Assange iniziava a scontare la sua pena nel carcere di Belmarsh a Londra, veniva avviato il processo per l'estradizione in Usa con la prima udienza fissata per il 2 maggio: il governo americano gli contestava il crimine di aver complottato con l'analista militare Mannings Bradley (oggi Chelsea) per hackerare un computer del Pentagono. Accusa evidentemente pretestuosa dal momento che Mannings ha ripetutamente scagionato Julian rifiutandosi di testimoniare contro di lui. L'udienza si è svolta in video conferenza dal carcere di Belmarsh e, quando il Giudice britannico ha chiesto all'imputato se era disposto ad accettare volontariamente l'estradizione negli Stati Uniti, Assange ha così risposto: "Non ho intenzione di arrendermi all'estradizione per aver fatto del giornalismo che ha meritato molti riconoscimenti, molti premi e protetto molte persone". (riferito dall'inviato di The Guardian). Il Giudice, dopo aver verbalizzato la dichiarazione dell'imputato, ha fissato l'udienza successiva per il 30 maggio. Verso la metà del mese, la Svezia si accorge che tre, delle quattro accuse di 'stupro minore' e molestie a carico di Assange, sono cadute in prescrizione ma possono riesumare la quarta e chiedere, come gli Usa, l'estradizione  di Julian per proseguire le indagini. Nel frattempo la salute di Assange peggiora rapidamente a tal punto da indurre i medici a ricoverarlo nell'Ospedale del carcere e il Giudice a rinviare l'udienza del 30 maggio. Nel carcere di Belmarsh, che è di massima sicurezza, si possono ricevere visite soltanto due volte al mese: i primi ad ottenere il permesso di visitarlo il 7 maggio, oltre ai suoi avvocati, sono stati Pamela Anderson (sua grande amica e fedele sostenitrice) e Kristinn Hrafnsson (attuale redattore di WikiLeaks). Qui sotto li vediamo insieme nel piazzale, dopo aver visitato Assange.